Le linee guida, pur non avendo valore vincolante, definiscono nel dettaglio le misure da adottare per la gestione degli NPL, al fine di ridurre il livello dei crediti deteriorati.
Le raccomandazioni per le banche che presentano un elevato livello di NPL prevedono, in particolare, di adottare una “chiara strategia” allineata al rispettivo sistema di gestione dei rischi e ad un piano industriale, con l’impiego di strutture operative e di governance finalizzate ad un efficace recupero.
Quali sono le azioni da intraprendere?
La proposta in sintesi della BCE prevede diverse azioni specifiche per ciascuna fase del ciclo di vita dei crediti deteriorati:
a) Posizioni con ritardi di pagamento non elevato – fino a 90 giorni
- Incentrare l’attività su accordi con la controparte e al contempo raccogliere informazioni sulla posizione finanziaria, sullo stato delle garanzie presenti, sulla documentazione del prestito, al fine di comprendere la situazione complessiva del debitore.
- Prolungare l’adozione di misure di concessione a breve termine al fine di stabilizzare la posizione finanziaria.
- Migliorare le esposizioni non solo per queste situazioni identificate come non performing exposure, ma anche per tutte quelle che rivestono un ruolo cruciale nel processo di recupero della posizione.
- Formalizzare accordi di ristrutturazione/concessione con il debitore, in presenza di elementi che rendano economicamente sostenibile la concessione della dilazione.
- Effettuare un monitoraggio costante per un tempo prestabilito prima di poter riclassificare il credito in bonis.
- Analizzare attentamente i costi e benefici delle opzioni di liquidazione, incluse procedure giudiziarie ed extragiudiziarie.
- Procedere con soluzioni rapide di liquidazione.
- Occorrono competenze tecniche specifiche e controlli interni, soprattutto sulle attività demandate all’esterno, che garantiscano l’efficacia e l’efficienza del processo di liquidazione.
- Un’apposita politica di recupero del credito dovrebbe contenere indicazioni sulle procedure di liquidazione.
La BCE sottolinea che per mantenere i prestiti in bonis e prevenire il decadimento della qualità del credito, tutte le banche dovrebbero disporre di procedure e flussi informativi interni adeguati, allo scopo di individuare e gestire potenziali clienti con posizioni deteriorate in uno stadio molto precoce.
Oltre agli indicatori a livello di debitore, le banche dovrebbero anche definire segnali a livello di portafoglio. “Il portafoglio soggetto al rischio di credito – indica la BCE - andrebbe segmentato in diverse classi ad esempio per linee di attività/segmenti di clientela, area geografica, prodotti, rischi di concentrazione, livello di copertura e tipologia di garanzie stanziate o capacità di onorare il debito”.
L’attività della BCE, tesa al monitoraggio del rispetto delle regole contenute nelle linee guida, consisterà in un graduale intervento modulato sulle capacità dei singoli istituti di credito di adottare criteri e soluzioni interpretative atte alla riduzione del fenomeno.
La BCE rassicura gli intermediari che l’impegno di adeguamento, da svilupparsi attraverso le linee guida sulla gestione dei Non Performing Loans, non ha valore “vincolante”, comprendendo la necessità di tempistiche adeguate per la sua realizzazione. Tuttavia, eventuali scostamenti rispetto alle linee guida dovranno essere “adeguatamente motivati” alle autorità di vigilanza.
Resta comunque un caposaldo che la riduzione dei crediti deteriorati è una questione che il settore bancario italiano è chiamato ad affrontare.